domenica 30 dicembre 2007

Momenti


Sperimento da molto la fatica e la ricchezza del dividermitra i compiti che mi son data.
Nel vasto e ristretto campo della mia vita, son a mezzadria,
pur raccogliendo poco della parte che sarebbe mia.
Quotidianamente lotto col tempo,
dall’alba del risveglio fino al tramonto,
senza avere un momento.
Lavorar per gli altri che son la fattoria, curar anche poi l’aia di casa mia.
Non soltanto devo arare e coltivare gli orti altrui,
ma mi devo avvicendare in vari campi – e son tanti.

Eppure ho un tempo nel tempo.
Son i momenti miei.
Non che mi possa permettere di adagiarmi in veranda o sotto il loggiato:
è un accedere all’interiorità del giardino che è soltanto mio,
è un rifugiarmi mentalmente,
pur assolvendo intanto ogni cosa, quotidianamente.
Son momenti di consapevolezza, di presenza a me stessa.
Son momenti in cui attingo alla fonte di un’energia nuova,
per ritrovare il senso del mio esisteree per dare dignità al non senso del sussistere.
A volte occorre immaginazioneper trovar corrispondenza tra l’unicità mia e il mondo,
a volte occorre dimenticar la delusione
per esser dentro ciò che faccio e viverne il significato fino in fondo.
Si alterna la sensazione di perdita e ricchezza,
coltivando terreni diversi tra loro, nella convulsione di più tempi,
cercando di far tutto, di portare il granaio a compimento.

Il rischio a cui sono esposta è quello di smarrire il senso di me stessa,
di perdere l’orientamento tra ristretti orizzonti così vasti.
E’ in quei momenti miei che riannodo i fili sparsi del mio esistere,
i fili sparsi di mondi diversi abitati da donne diverse,
raccogliendo il mio dividermi.
E’ in quei momenti del tempo interiore che ritrovo
nel mio giardinolo spazio che mi accoglie nel sentimento di me.
E’ in quei momentiche metto a dimora i miei pensieri.

No, non è un tempo miracoloso in cui mi fermo e penso.
E’ un tempo nel tempo: stendendo i panni, leggendo un libro,
mettendo su un caffè, prendendo una tregua sul divano,
camminando, cucinando, riordinando.
Sì, anche quando mi metto lì e mi penso.
E’ il tempo di quando conosco i gesti,
e la mia mente può assentarsi senza che io lo manifesti.

E’ il mio spazio di libertà, il tempo delle scelte,
in cui ritrovo i confini necessari alla mia vastità.
Gli uomini non san guardare dentro di sé.
Tempo libero ne hanno, e lo sciupano stupidamente.
E far non sanno più cose contemporaneamente.